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A Firenze il seminario “Io vengo dallo sport” ha raccontato ai futuri tecnici l’inclusione attraverso lo sport

Nell’ambito del modulo didattico “Sport e Integrazione” gli studenti hanno partecipato a un momento formativo sulle relazioni fra sport e inclusione e sulla valorizzazione del ruolo educativo dei futuri tecnici e insegnanti di attività motorie.

Il Seminario “Io vengo dallo sport”, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, è stato l’occasione per introdurre il modulo didattico “Sport e Integrazione”, riservato agli studenti del corso di laurea in Scienze Motorie.

Attraverso l’incontro - moderato dall’ex nuotatrice Cristina Chiuso - che si è svolto alla presenza del Rettore dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci e di rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di Sport e Salute - gli studenti hanno potuto conoscere i temi che verranno affrontati durante il corso, iniziando così un percorso di riflessione che riguarderà il ruolo dello sport come veicolo di inclusione e innovazione sociale.

In particolare, le testimonianze di Maria Benedicta Chigbolu, velocista dell’Esercito, di Andrea Lucchetta, ex capitano della nazionale di volley e Legend di Sport e Salute, e di Gaia Casati, Presidente dell’ASD Tennis in Rosa ONLUS e già vincitrice del Premio Mondonico, hanno contribuito a sottolineare l’importanza dell’allenatore come figura cruciale nella gestione dei gruppi multi-culturali e nella valorizzazione dello sport come terreno di incontro, dialogo, confronto e contrasto alle discriminazioni.

Secondo Maria Benedicta Chigbolu “Sicuramente lo sport è un veicolo di integrazione, per le basi del lavoro di squadra, per la coesione e tanti altri aspetti che lo sport ci insegna, ma per quello che riguarda la mia esperienza personale attraverso lo sport ho conosciuto meglio aspetti delle mie origini e della mia storia che non conoscevo bene. Ho scoperto che mio nonno paterno era un grande atleta olimpionico solo dopo aver iniziato a praticare l'atletica, sapere questo mi ha fatto indagare e connettere ancora di più con le mie origini nigeriane.”

Per Andrea Lucchetta “Il ruolo educativo dell’allenatore non può prescindere dalla sua abiliità nel coinvolgere attraverso il divertimento. Lo sport ha bisogno di “smart coach”, che siano capaci di mettere in campo – soprattutto verso i più piccoli - tutti gli strumenti utili ad appassionarli, sperimentando nuovi linguaggi e lavorando sulla propria capacità di animare e interagire.”

“L’attività di Tennis in Rosa Onlus – che oggi ho potuto illustrare agli studenti - racchiude in sé l’unione di due principi che ritengo essenziali: sport e solidarietà” ha dichiarato Gaia Casati. “La consapevolezza della loro inscindibilità dovrà servire alle nuove generazioni di tecnici per poter aiutare le persone più fragili.”

“Fare sport permette di superare molti limiti, come persone e come gruppo. Il coinvolgimento degli studenti e delle studentesse dell’Università di Firenze in questa iniziativa - sottolinea la rettrice dell'Ateneo fiorentino Alessandra Petrucci - rappresenta un’occasione per arricchire il percorso formativo confrontandosi concretamente con quello che nelle future professioni sarà uno fra gli obiettivi più importanti, valorizzare le attività sportive come momento di incontro e di crescita in cui le sfide si vincono se lo si fa insieme”.

L’incontro è uno degli 11 seminari che verranno realizzati in altrettante università italiane come parte del modulo didattico “Sport e Integrazione” - un intervento promosso nell’ambito del progetto “Sport e integrazione” realizzato da Sport e Salute S.p.A. e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

 

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