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RI.UNI.S.C.I. – Ricerca Università Sport e Contributo Inclusione

Anno di pubblicazione: 

2022

Autore: 

AICS ACSI CNS Libertas CSEN Università di Tor Vergata Sport e Salute

Tematiche: 

Giovani e bambini Impatto economico Impatto sociale

Lo Sport e l’attività motoria sono strumenti che, per via diretta, promuovono l’inclusione sociale, il contrasto della xenofobia, la solidarietà, educazione alla legalità e che, per via indiretta, hanno impatti di coesione sociale; se il fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale muta sia in termini di ampiezza che di caratteristiche della popolazione che vive questa condizione, allora anche le strategie e gli strumenti (misure pubbliche, interventi di vario genere, ecc.) per contrastarlo devono adeguarsi al cambiamento per poter essere efficaci.

La disponibilità di una metodologia scientifica, che consenta di raccogliere, analizzare e valutare il ruolo dello sport nell’avviare processi di inclusione sociale, permette di avere un quadro chiaro e preciso per la costruzione di politiche sociali e programmi di sviluppo che devono rivolgersi soprattutto alle fasce vulnerabili della popolazione. Il progetto RIUNISCI finanziato da Sport e Salute ha come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo di tale metodologia e non solo.

È obiettivo strategico del progetto quello di promuovere politiche di indirizzo del movimento sportivo amatoriale e non, concorrendo a promuovere inclusione, aggregazione e partecipazione attiva alla vita sociale. Il raggruppamento dei partner di progetto (Università ed EPS) curerà quindi, in maniera condivisa, un Report divulgativo che metterà in condizione ACSI, AICS, CSEN e CNS Libertas di raggiungere i comitati, le associazioni e società sportive, gli affiliati, nonché l’intera comunità, attraverso la promozione di una campagna pubblica ad hoc.

IL 20,1% DEGLI ITALIANI È A RISCHIO DI POVERTÀ ED ESCLUSIONE SOCIALE

In Italia, nel complesso, nel 2019 poco più di un individuo su 5 (20,1%) era a rischio di povertà ed esclusione sociale. Questo il dato che emergeva dall’indagine EU-SILC (ISTAT,2020), prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19. Ad oggi, le misure attuate, per contrastare la diffusione del virus, ci costringono a ridurre drasticamente le relazioni sociali e rendono quindi ancor più difficile contrastare il fenomeno dell’esclusione sociale. Per tale ragione, l’inclusione sociale, soprattutto quella delle persone in condizioni di svantaggio, deve diventare obiettivo centrale nelle prossime politiche di welfare e nel riprogettare la nostra socialità e promuovere politiche volte all’inclusione sociale, dove Io sport può giocare un ruolo fondamentale.

L’attività di ricerca sociale del progetto RIUNISCI propone quindi di utilizzare due metodologie in modo integrato: il primo è un efficace strumento di analisi quantitativa chiamata la teoria del Cambiamento (ToC), mentre il secondo di tipo è qualitativo e consiste nella monetizzazione degli outcome. Complessivamente, quindi, viene adottato un processo analitico integrato (quali-quantitativo) che consente di esplorare in profondità le dimensioni e le qualità delle relazioni tra stakeholder.

OBIETTIVI DELLA RICERCA

La domanda di ricerca a cui si intende rispondere è quindi quella di misurare il valore dell’inclusione sociale generato dai centri sportivi sul territorio italiano, attraverso un processo di Valutazione di Impatto Sociale (VIS). Applicando la VIS in modo partecipativo, includendo pertanto la prospettiva di tutti gli stakeholder chiave, la ricerca si pone gli obiettivi di:

  1. aumentare la comprensione del cambiamento e la capacità di rispondere a tale trasformazione;
  2. cercare di mitigare ed evitare gli impatti negativi e sostenere i benefici positivi attraverso il ciclo dello sviluppo;
  3. porre enfasi sul miglioramento delle vite delle persone vulnerabili e svantaggiate.

Dall’analisi dei dati sarà possibile avere a disposizione un quadro a 360º rispetto a come la Comunità Sportiva (costituita da tutti i ruoli coinvolti per la raccolta dati, ossia: uomini e donne che praticano sport di base, coach e allenatori, nucleo familiare dei giovani fino ai 18 anni) contrasti il fenomeno dell’esclusione sociale, portando delle evidenze circa il valore sociale generato dalle attività sportive.

In particolare, sarà possibile osservare, in termini processuali, quali sono le aree di outcome che promuovano il cambiamento sociale, la partecipazione e il coinvolgimento, soprattutto, delle categorie più fragili.

RISULTATI DELLA RICERCA: OGNI EURO INVESTITO NE VALE 2 E MEZZO

I risultati del progetto di ricerca Riunisci – Valutare l’impatto sociale dello sport di base, presentati il 21 marzo 2023, indagando l’impatto sociale dello sport di base hanno individuato i cambiamenti prodotti su persone e comunità sia in relazione agli indicatori di benessere equo e solidale (BES), sia in relazione agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) individuati dall’Agenda 2030 (salute e benessere, uguaglianza di genere, riduzione delle diseguaglianze e costruzione di città sostenibili). Ma non solo: la ricerca è riuscita a tradurre in euro i benefici prodotti, utilizzando come riferimento alcuni indicatori di valore in termini monetari, come il costo di una visita medica o un corso di formazione sulle abilità sociali, o ancora il costo medio della psicoterapia. Vale infatti 2,42 l’indice SROI – ossia, di ritorno sociale degli investimenti – di quanto promosso e investito dagli enti di promozione sportiva in Italia. L’impatto generato è stato misurato, sfruttando la piattaforma digitale di Open Impact, e utilizzando la metodologia SROI, che prevede appunto l’ottenimento di un indice dato dal rapporto tra l’impatto netto totale e l’investimento complessivo. L’indice SROI identificato dal processo di valutazione è quindi pari a 2,42, dettagliandosi nella generazione di valore sociale pari a 2.316.237,82 euro a fronte di un investimento stimato sul costo sostenuto dagli enti per il periodo di progetto pari a 957.041 euro.

La ricerca fa emergere attraverso un sondaggio somministrato a 6.300 persone tra uomini e donne che praticano sport (famiglie di ragazzi e ragazze adolescenti, allenatori e preparatori atletici), come 7 allenatori su 10 conoscano tecniche di sport integrato, come per il 66% di loro lo sport di base offra uguali possibilità di allenamento per persone normodotate e per persone con disabilità, e come per l’83% di loro lo sport migliora l’apprendimento di valori educativi. Dunque, non solo sport di base come strumento di benessere fisico ma anche soprattutto come leva di socialità: l’85% degli atleti e delle atlete partecipa ad eventi ricreativi connessi alle attività sportive, l’82% dichiara l’assenza di linguaggio discriminatorio, più di 8 su 10 dichiarano un miglioramento del benessere mentale, l’84% delle famiglie intervistate dichiara di passare maggior tempo di qualità coi propri figli grazie allo sport, e il 66% – sempre grazie allo sport – ha partecipato a iniziative a vantaggio del proprio quartiere di residenza.

I BENEFICI PRODOTTI

Nel dettaglio di quei 2 milioni e 316mila euro prodotti:

  • circa 400mila euro valgono un aumento della consapevolezza sull’uguaglianza di genere – valore calcolato in base alle risposte ottenute dal campione intervistato e al costo medio di un corso di educazione alla differenza di genere che avrebbe valso lo stesso miglioramento di consapevolezza; 
  • circa 130mila euro valgono il miglioramento della salute e l’adozione di uno stile di vita sano – valore calcolato in base al costo medio di una visita medica e all’importo speso nello stesso periodo per una dieta sana; 
  • circa 1 milione e 300mila euro per il miglioramento delle cosiddette soft skill, le competenze trasversali – valore calcolato in base al costo medio per la psicoterapia e per un corso sulle abilità sociali; 
  • oltre 350mila euro valgono un aumento della consapevolezza dei bisogni delle persone con disabilità e delle categorie a rischio emarginazione – valore calcolato in base al costo di un corso di formazione sulle abilità interpersonali; 
  • circa 125mila euro valgono l’aumento dello scambio interculturale, valore calcolato in base al costo di un corso di educazione interculturale. 

Insomma: per chi fa sport con gli enti di promozione sportiva, le competenze guadagnate e il miglioramento della propria vita in termini di salute e di socialità sono gratis.

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