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Guida OMS per un'alimentazione sana negli eventi sportivi

Anno di pubblicazione: 

2023

Autore: 

Organizzazione Mondiale della Sanità

Tematiche: 

Alimentazione Documenti di policy Grandi eventi Sistema sportivo Obesità e sovrappeso

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato una nuova Guida all’azione rivolta agli organizzatori di eventi sportivi, intitolata “Cibo più sano e ambienti alimentari più sani negli eventi sportivi”, destinata a rimodellare le abitudini alimentari durante gli spettacoli sportivi.
Gli eventi sportivi avendo un’ampia visibilità e partecipazione rappresentano un'opportunità per promuovere l'alimentazione sana.
Questa guida è stata sviluppata dall’OMS nel 2022, in collaborazione con il Ministero della sanità pubblica del Qatar e la FIFA, per sostenere un'offerta alimentare salutare negli stadi durante la Coppa del Mondo FIFA - Qatar 2022.  Grazie a questa collaborazione, oltre il 30% dei cibi serviti nei menu hanno avuto un profilo nutrizionale in linea con gli standard dell'OMS.
Basandosi sul successo di questa iniziativa, la presente guida rappresenta un modello a cui ispirarsi per contrastare il sovrappeso, l'obesità e le malattie non trasmissibili legate all'alimentazione.
Inoltre, la Guida definisce una tabella di marcia anche per i governi, le autorità locali e i player di settore, come i gestori di stadi sportivi per creare e favorire politiche pubbliche di approvvigionamento alimentare, promuovendo corrette abitudini alimentari.

CINQUE AZIONI PER MIGLIORARE L’ALIMENTAZIONE E GLI AMBIENTI NEGLI EVENTI SPORTIVI

La Guida all’azione dell’OMS, delinea cinque azioni chiave che vanno dall’innalzamento della qualità nutrizionale dei prodotti alimentari al contenimento delle pratiche di marketing dannose. 

Le azioni definiscono i criteri nutrizionali per un'offerta più salutare, e possono essere svolte durante gli eventi sportivi in fase di pianificazione, operatività e post-evento:

Azione 1: migliorare l'offerta dei prodotti alimentari attraverso la riformulazione dei menu da proporre ai clienti, per orientarli verso scelte di cibi e bevande più sane. La riformulazione consiste nel modificare la composizione, i metodi di cottura o le porzioni di un alimento o di una bevanda, per migliorarne il profilo nutrizionale. Tra gli esempi vi sono la riduzione delle quantità degli ingredienti o delle preparazioni ad alto contenuto di grassi, zuccheri o sale (ad esempio, ridurre le salse, i condimenti o i formaggi), la sostituzione di tali ingredienti con opzioni più salutari (es. verdure) e la modifica dei metodi di preparazione (es. cottura al forno anziché frittura).

Azione 2: fissare i prezzi per incentivare scelte alimentari salutari, dato che il prezzo degli alimenti influenza le scelte alimentari, è importante intervenire sui prezzi con riduzioni e sconti sui cibi più sani. Gli studi hanno documentato un aumento delle vendite di prodotti sani nei bar e nelle mense aziendali, nei distributori automatici e nei punti vendita al dettaglio, che hanno applicato questa strategia. 

Azione 3: "Nudging" per promuovere scelte alimentari migliori. I nudges letteralmente sono delle "spinte", rivolte al consumatore da realizzare nei luoghi e negli stand all'interno degli eventi, che lo aiutano nella scelta del prodotto senza privarlo delle altre opzioni disponibili, ad esempio: 

- collocare l'alimento più sano vicino alla cassa o in posizione maggiormente visibile per il cliente;

- elencare per primi gli alimenti più sani nelle rispettive sezioni del menu;

- aggiungere fotografie degli alimenti più sani sulle lavagne luminose dei menu. 

Azione 4: Comunicare e promuovere alimenti e diete sane attraverso video e messaggi sviluppati e adattati ai vari target: giovani, donne, famiglie con bambini o anziani. Inoltre, gli strumenti e i canali di comunicazione devono includere siti web, opuscoli o volantini, newsletter, fanclub nei social media, per coinvolgere il pubblico e incoraggiare la diffusione di semplici messaggi chiave.

Azione 5: Limitare la commercializzazione di alimenti e bevande ad alto contenuto di grassi, zuccheri o sale, riducendo i messaggi che promuovono alimenti o bevande che non fanno parte di una dieta sana, soprattutto per proteggere i bambini e gli adolescenti, soggetti più vulnerabili al marketing nutrizionale in quanto altamente esposti ad esso.

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